L'arrivo

ora che la meta del suo viaggio era a pochi passi l'insicurezza le faceva venire le vertigini e un nodo le si era formato proprio alla bocca dello stomaco. Non mangiava dalla mattina e anche se era quasi il vespro proprio non le andava di buttar giù l'ultimo tozzo di pane e il formaggio che aveva con sè.

"ma che ho fatto... che stupida! adesso cosa dovrei fare? bussare? e se mi chiedono cosa voglio o chi sono? No, io torno indietro."

Si voltò e percorse qualche passo sul sentiero dal quale era appena arrivata. Ma era davvero stanca e sebbene la tensione non le dava tregua aveva bisogno almeno di bere qualche cosa di fresco e di far riposare le gambe. Ripensò a quando aveva lasciato il gruppo dei suoi amici per intraprendere da sola questo viaggio, non aveva dato spiegazioni "questa cosa la devo fare da sola" rispose al suo fidanzato che voleva accompagnarla.
Infilò una mano sotto la camicia appiccicata alla pelle per il sudore e percorse con le dita i rilievi del medaglione. Avrebbe potuto disegnarlo con precisione anche senza averlo davanti tanto lo conosceva, l'aveva con sè da sempre, non sapeva chi glielo avesse messo al collo, l'aveva sempre costodito come un tesoro, era sicura che fosse importante....

Senza accorgersene si ritrovò davanti al portone, fece un respiro profondo e bussò aspettando che qualcuno venisse ad aprire.

Una giovane donna aveva aperto il portone, aveva un viso gentile e anche se aveva fatto tante domande era cordiale ed educata.

"Io...madame io... mi chiamo Rebecca, in molti mi chiamano Spisni, mi dispiace disturbarvi, so che è tardi, il viaggio fino qui è durato più del previsto."

Spisni cercava le parole tormentandosi le mani, non sapeva bene cosa dire, si era preparata più volte tutto il discorso ma ora che era il momento era tutto più difficile. Prese il bicchiere d'acqua e lo finì in un sorso, poi fece un mezzo sorriso per ringraziare.

"Sono in viaggio da un po', ero con degli amici, ma li ho lasciati qualche giorno fa, sono venuta qui da sola, li ritroverò più avanti. Madama, in realtà alcune delle domande che mi avete fatto, sono le stesse che ho portato fino a qui... ho... ho bisogno di risposte."

Vide l'espressione curiosa e stranita della ragazza e dopo un respiro profondo riprese a parlare con meno paura

"Io non so esattamente perchè sono qui, sono cresciuta a Como, ma non vi so dire se sono nata in quella città, non so chi siano i miei genitori. Ho una cosa che mi accompagna da quando sono al mondo, non ho idea di chi me l'abbia dato nè perchè, non so nemmeno bene che cosa sia, ma credo che provenga da qui."


Rimise la mano sotto la camicia e si sfilò dal collo il medaglione, lo pose sul tavolo poi si voltò verso il camino, alzò lo sguardo e vide lo stemma del casato dipinto sulla calce bianca, lo indicò con il dito

"Avete visto? sono uguali"

Rebecca dopo il pasto e il bagno caldo si sentiva decisamente meglio. Ringraziò la domestica e si incamminò per ic orridoi del palazzo, ogni tanto curiosava sbirciando in qualche stanza con la porta succhiusa, dovunque si girasse vedeva glis plendidi dipinti e gli arazzi.
Voleva parlare con qualcuno, doveva capire cosa la legava a quel posto, e doveva ancora ringraziare Vivienne per l'accoglienza e l'ospitalità.